Marinaio morto al porto di Catania: c’è un indagato

Incidente durante fasi di carico sul cargo del gruppo Grimaldi VIDEO

CATANIA – C’è un indagato, per omicidio colposo, nell’inchiesta avviata dalla Procura di Catania sull’incidente sul lavoro avvenuto ieri sull’eurocargo Ravenna, del gruppo Grimaldi, che sarebbe dovuto salpare per Salerno dal porto di Catania, in cui ha perso la vita un marinaio campano di 52 anni, Vincenzo Giova. E’ un manovratore catanese sessantenne che è difeso dall’avvocato Luca Blasi. “E’ un atto dovuto a garanzia dell’indagato – spiega il penalista – che consentirà di partecipare a eventuali accertamenti irripetibili”.

La Procura sta vagliando la posizione di due operai già sentiti dalla pm Lina Trovato, titolare dell’inchiesta con la procuratrice aggiunta Agata Santonocito. L’incidente sarebbe avvenuto durante le fasi di carico, sembra durante una manovra eseguita manualmente. Tra le ipotesi anche quella che la vittima sia rimasta schiacciata da una pesante catena che serve per assicurare i container durante la navigazione.

Sul posto, dopo l’incidente, sono intervenuti i militari della guardia costiera, agenti della polizia di frontiera e personale del 118. L’uomo lavorava da circa un mese per la Grimaldi Lines. La Procura di Catania, con la procuratrice aggiunta Agata Santonocito e la sostituta Lina Trovato, ha aperto un’inchiesta, affidando le indagini alla polizia, e disposto il sequestro della nave per potere eseguire rilievi e atti utili alle indagini. La compagnia Grimaldi è vicina alla famiglia del marinaio e i suoi funzionari sono a Catania per seguire il caso da vicino.

In una nota congiunta i sindacati Cgil e Cisl, Filt Cgil e Fit Cisl di Catania si dicono “addolorati e arrabbiati” perché ancora una volta “un lavoratore ha perso la vita mentre si guadagnava da vivere”. “Giova, padre di quattro figli, campano – proseguono – lavorava da anni nel settore marittimo e non ha più fatto ritorno a casa lasciando nel dolore i propri familiari e tutte le persone che lo amavano. È una storia che non vorremmo più raccontare e che invece si ripete in contesti lavorativi sempre diversi, ma con dinamiche sempre analoghe”.

“Siamo convinti che queste tragedie potrebbero essere evitate – sottolineano i sindacati – se solo si investisse di più nei sistemi di sicurezza, nella formazione, nei controlli e in tutto ciò che ha a che fare con la sicurezza di chi opera in tutti i luoghi di lavoro. Continueremo a fare la nostra parte affinché si arrivi a questi obiettivi e non abbandoneremo mai questa battaglia che giudichiamo prioritaria nell’azione sindacale. Ci stringiamo con grande dolore ai familiari del lavoratore”.

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