Palermo ricorda Falcone tra cortei e polemiche

A Palermo sfilano 3.000 studenti. Contestazioni per anticipo del minuto di silenzio VIDEO

PALERMO – Ricorre l’anniversario della strage di Capaci, dove il 23 maggio 1992 mezza tonnellata di tritolo uccise il giudice Giovanni Falcone assieme alla moglie Francesca Movillo e ai tre agenti di scorta: Antonio Montinaro, Rocco Di Cillo e Vito Schifani. L’autista Giuseppe Costanza miracolosamente si salvò. Nell’anniversario a Palermo apre al pubblico il Museo del presente Falcone e Borsellino. Il presidente Mattarella ha ricordato le parole del giudice ucciso: “La mafia, come ogni fatto umano, ha avuto un inizio e avrà anche una fine”. Il capo dello Stato ha spronato a “tenere sempre alta la vigilanza, coinvolgendo le nuove generazioni nella responsabilità di costruire un futuro libero da costrizioni criminali. La mafia ha subìto colpi pesantissimi, ma all’opera di sradicamento va data continuità, cogliendo le sue trasformazioni, i nuovi legami con attività economiche e finanziarie, le zone grigie che si formano dove l’impegno civico cede il passo all’indifferenza”.

Tantissimi studenti, magistrati, avvocati e cittadini si sono radunati attorno al tribunale di Palermo per tutta la mattinata. Tremila alunni in piazza Vittorio Emanuele Orlando hanno preso parte all’iniziativa “Tribunale chiama scuola”. Poi avvocati e magistrati hanno fatto un sit in in piazza della Memoria. “Devo dire che da quando sono nominato presidente questa è forse l’emozione più forte”, ha detto il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Cesare Parodi. “Non commettiamo l’errore di pensare – aggiunge – come qualcuno ancora fa, che le mafie, la ‘ndrangheta e la Camorra, siano tipici del Sud dell’Italia. Le mafie sono ben presenti e radicate anche al Nord, io vengo dal Piemonte, vi assicuro che anche noi abbiamo dei problemi molto seri in questo senso”.

Ad aprire l’evento sono state le studentesse del convitto nazionale che hanno intonato l’inno d’Italia, subito dopo hanno preso la parola i magistrati e gli avvocati. Il presidente dell’ordine degli avvocati di Palermo Dario Greco, ha ricordato le parole di Peppino Impastato: “Quando vi chiederanno cos’è la mafia risponde è semplicemente una montagna di merda – Quel 1992 è stato un anno drammatico che, però, ha segnato le coscienze di chi era un ragazzo, di chi era giovane, di chi cominciava ad affacciarsi al lavoro di quegli anni. Ritengo che l’eredità più importante di Giovanni Falcone, di Francesca Morvillo, di Antonio Montinaro, di Vito Schifani, Rocco Dicillo, di Paolo Borsellino, di tutti coloro che hanno dato la vita in quell’anno, nel 1992, siano i ragazzi che sono qui oggi a Piazza Vittorio Emanuele Orlando dinanzi al Palazzo di Giustizia e adesso a Piazza della Memoria. E questa è l’eredità maggiore, l’eredità di avere cura della legalità e della giustizia”.

Infine, un minuto di silenzio è stato osservato davanti all’albero Falcone, con qualche minuto di anticipo, rispetto alle 17.58, ora esatta in cui il tritolo fece esplodere il tratto di autostrada A19, nei pressi dello svincolo di Capaci. La gente in via Notarbartolo ha contestato l’episodio urlando: “Dieci minuti prima? Vergogna”, “Giù le mani da Falcone”. Tra loro anche Roberta Gatani, responsabile dell’associazione Casa di Paolo in memoria di Borsellino. “Hanno tolto ai cittadini palermitani il minuto in ricordo di Giovanni Falcone e delle vittime della strage. Hanno smontato il palco dieci minuti prima, ed è gravissimo”, dice. “Non capisco chi si è prestato a questo gioco. Per evitare cosa? Che arrivasse il corteo?”, commenta un cittadino. “Sono sconvolta – commenta Claudia La Barbera, una cittadina -. Vengo qui da lavoro, di corsa, trafelata. Mi sono fatta le corse per essere qui alle 17.58, arrivo e scopro che già tutto era finito. Mi sento derubata”.

“Non c’era alcun voglia di alimentare polemiche. E’ vero, il silenzio del trombettista è arrivato con qualche minuto di anticipo su quel fatidico orario che da 33 anni ci ricorda il sacrificio di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e i meravigliosi ed eroici uomini della scorta guidati da Antonio Montinaro. L’unica cosa che conta davvero è l’essere stati uniti, insieme, per ricordare ancora una volta i nostri eroi”, ha commentato la Fondazione Falcone. “La politica – prosegue – non c’entra nulla e chi tenta di strumentalizzare quei 7 o 8 minuti di anticipo commette un errore di valutazione. E’ così difficile comprendere che per chi, come noi, porta nel corpo e nell’animo quelle ferite non rimarginabili, le 17.58 del 23 maggio 1992 scoccano e segnano ogni attimo della nostra vita da 33 anni? Per noi la memoria non è un cronometro ma impegno in ogni attimo della nostra vita”, conclude la Fondazione Falcone.

Come ogni anno, da 33 anni, la manifestazione di commemorazione è avvenuta davanti l’albero intitolato al magistrato, sotto l’abitazione dove viveva Giovanni Falcone insieme alla moglie, Francesca Morvillo. La polizia di Stato ha intonato Il silenzio. Sul palco, oltre alla sorella di Falcone, Maria, insieme per il ricordo delle vittime, vi erano anche alcuni esponenti della Fondazione Falcone, Pietro Grasso, ex presidente del Senato e magistrato che ha letto i nomi delle vittime della strage, e il magistrato componente del pool antimafia Leonardo Guarnotta. Davanti all’albero Falcone c’è chi ha sventolato dei lenzuoli bianchi come avvenne qualche giorno dopo l’attentato quando i lenzuoli furono appesi sui balconi.

scroll to top