AGRIGENTO – Confermando la sentenza di primo grado, la Corte d’assise d’appello di Agrigento ha condannato a 24 anni di reclusione Gaetano Sciortino (nella foto a sinistra), operaio di Cattolica Eraclea. Era accusato di avere ucciso il 6 dicembre 2015 il marmista Giuseppe Miceli (nella foto a destra), ritrovato cadavere all’interno del suo laboratorio. Il pronunciamento odierno scaturisce dalla ripetizione del precedente processo d’appello, nel quale l’imputato era stato assolto. La Procura generale ha impugnato quella sentenza in Cassazione, ottenendo l’annullamento con rinvio della sentenza e la ripetizione del giudizio.
Miceli è stato ucciso con due colpi alla testa sferrati con oggetti contundenti, in particolare alcuni attrezzi da lavoro e un’acquasantiera in marmo. L’imputato si è sempre proclamato innocente. Le accuse si sono basate, tra l’altro, anche sul ritrovamento vicino al luogo del delitto di una scarpa la cui impronta, secondo i carabinieri del Ris, era compatibile con quella rilevata vicino al cadavere. Secondo gli investigatori Miceli era stato ucciso per una rapina finita male.