GARLASCO – “Mi sa che abbiamo incastrato Stasi”. È uno dei 280 messaggi che sarebbero agli atti della nuova indagine della Procura di Pavia sull’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto nell’agosto 2007 a Garlasco e per il quale l’allora fidanzato Alberto Stasi ha quasi finito di espiare una condanna a 16 anni di reclusione. A riportare questo Whatsapp inviato a un amico e attribuito a Paola Cappa sorella gemella di Stefania, le cugine di Chiara mai indagate, è il settimanale Giallo. In un servizio sull’inchiesta riaperta a carico di Andrea Sempio, la rivista pubblica anche una foto, postata da Paola sui social nel 2013, di piedi con calze a quadretti e in mezzo un’impronta a pallini, simile a quella repertata ai tempi nella villetta di Garlasco con la frase: “Buon compleanno sorellina”.
Si cita, inoltre, una storia Instagram di Stefania in cui appare un bambino tra biciclette e la scritta “Fruttolo”, che il settimanale collega al vasetto delle stesso yogurt rinvenuto nell’immediatezza del delitto in casa Poggi, e che gli inquirenti pavesi faranno analizzare per cercare di individuare impronte e Dna. Ci sono anche le intercettazioni dell’epoca in cui Paola, al telefono con la nonna, si sfoga per i disagio per l’ospitalità data ai genitori di Chiara, che in quel momento non avevano più casa poiché era sotto sequestro. Negli appunti e nei diari sequestrati ieri ad Andrea Sempio, indagato nelle nuove indagini sull’omicidio di Chiara Poggi del 2007, “non c’è assolutamente alcun riferimento al caso di Garlasco, nulla di nulla”, ma evidentemente quelle carte sono state prese “per tracciare un suo profilo psicologico, o almeno così abbiamo capito”. Lo ha spiegato uno dei legali del 37enne, l’avvocata Angela Taccia, che ribadisce che Sempio comunque, anche dopo le perquisizioni di ieri che hanno riguardato pure tutta la parte dei dispositivi informatici, “è tranquillo, anche se sempre preoccupato per i suoi genitori e in particolare per la salute della madre”.
Intanto, sempre da quanto riferito dal legale, l’udienza davanti alla gip di Pavia Daniela Garlaschelli, è fissata “come da ordinanza per il giuramento di periti e consulenti” nell’ambito del maxi incidente probatorio, che era stato richiesto dai pm, su analisi genetiche ad ampio raggio. Oltre alla comparazione tra il Dna del 37enne e i risultati del materiale trovato su unghie e dita di Chiara Poggi, pure analisi su una lunga lista di reperti e campioni ritrovati, alcuni mai analizzati, tra cui un frammento del tappetino del bagno, prelievi, tamponi ed oggetti, come confezioni di tè, yogurt, cereali, biscotti, sacchetti e pure i “para-adesivi” di tutte le impronte.